L’espresso: I capolavori di Raffaello

Non è un grande ristorante, ma nella sua categoria brilla come pochi. Cercatelo, trovatelo e vi regalerà uno dei pranzi tutto pesce più sinceri e onesti che oggi si possano provare sulla costa tirrenica. Da Gino è nascosto fra casette e caso-ne anonime di Marina di Pisa, il mare dei pisani, ordinata ma dimessa e popolare se confrontata con le spiagge che luccicano a pochi chilometri.
Da Gino esiste da quarant’anni e da quarant’anni Raffaello Iacomelli, classe 1927, con semplicità disarmante trasforma strepitosi pesci, crostacei e molluschi di esclusiva e garantita pesca locale in piatti di bontà assoluta.
Carta brevissima, quasi laconica con quella dicitura che riassunse “pesci del giorno alla griglia, al forno, in guazzetto” che vengono proposti e serviti con garbo spiccio tutto toscano da Riccardo, figlio di Raffaello, e da sua moglie, in una sala con tanti tavoli piccoli e ravvicinati che è appena stata rifatta, ma sembra concepita trent’anni fa.
Per chi ama il pesce schietto e non manipolato, è la gioia. Per chi ama il pesce, ma non vuole vuotare il portafogli, è il tripudio. Piatti e prezzi, per capirci: aperitivo offerto, mezza bottiglia di Falanghina del Taburno 5,50 euro, un antipasto fatto di robusti assaggi di meravigliosi totanini appena sbollentati con rucola e pinoli, acciughe fresche grasse e carnose con un’idea di cipolla cruda, sorprendente soufflé di gamberetti e zucchine, profumate e leggere cozze alla marinara, tutto per 14 euro; fra i primi, 9 euro, prevedibili ma squisiti spaghetti con le acciughe appena pescate, o con le vongole, o con le arselle, oppure gnocchi con seppie e porcini; poi ricchissima frittura (12 euro), gamberi e scampi a piacere o, per esempio, una finissima mormora al forno con patate e pomodorini (quattro etti la mormora: 24 euro). Difficile, insomma, superare i 40 euro. Una lezione di umiltà e di concretezza.
2020-05-09T11:58:39+00:00